AFRICA/DOMANI

PERCHÉ AFRICA/DOMANI

L’obiettivo è quello di realizzare un Punto d’incontro nella prospettiva di migliorare la conoscenza di un Continente ancora poco compreso. L’Africa vive un momento storico di rinnovato appetito da parte delle Nazioni Potenti per territori ricchi di risorse di cui impossessarsi non più con gli eserciti ma con i traffici commerciali e i Mercanti padroni di filiere commerciali hanno sostituito i Generali che comandano eserciti.

È un dato di fatto che l’argomento Africa è tornato ad essere ricorrente, come già avvenuto in passato. Questa volta l’interesse sembra essere continuo, iniziato dopo la visita nel Continente dell’ex presidente Obama (2013) e l’annuncio di un programma da 2,5 miliardi di dollari per investimenti, che peraltro non ci risulta sia stato confermato nei fatti; dopo la triplice crisi (covid, economica e guerre) il dibattito geopolitico è diventato più consistente con provvedimenti da parte di USA, dell’Unione Europea, Cina e Turchia, che commenteremo.

Al presente gli Africani vivono una sfida epocale. La narrazione dei mutamenti in corso è un esercizio complesso per le variegate realtà, nondimeno tenteremo d’interpretare il divenire di fatti e accadimenti nella prospettiva di DOMANI quale proiezione del presente che ha ereditato un passato di cui gli Africani intendono liberarsi. Basti pensare all’informazione/comunicazione che è effettuata con una lingua appresa da altri. 

Alla 78ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, lo scorso settembre 2023, il presidente della Banca Africana di Sviluppo (AfDB), Akinwumi Adesina ha affermato che l’architettura finanziaria globale limita lo sviluppo dell’Africa perché non fornisce le risorse necessarie per realizzare le priorità di crescita e sviluppo. A nostro avviso, molto dipenderà dalla capacità e volontà di avviare a soluzione i problemi.

La consapevolezza del momento storico è stata ribadita al vertice Italia-Africa, tenutosi a Roma alla fine di gennaio 2024 (cui abbiamo partecipato) e sottolineata da Moussa Faki Mahamat, Presidente dell’Unione Africana: “Le promesse non bastano per noi, passiamo dalle parole ai fatti”. Secondo la nostra opinione anche gli Africani dovrebbero impegnarsi con un coinvolgimento più consapevole nel processo di sviluppo.

Peraltro, è da ricordare che già nel 2018 la Banca Mondiale aveva sottolineato l’avversione al rischio dei capitalisti africani:“African investors remain risk-averse” and …. the funding requests lack speaking the language required for investment”. Perché questa cautela? Non certo per mancanza d’immaginazione, ma per una precisa scelta fatta nel quadro della economia finanziaria, che ha privilegiato l’obiettivo di facilitare l’accesso alla sportello della finanza anziché la creazione di nuovi posti di lavoro, come è emerso da una nostra analisi: AFRICA’s FUTURE: https://www.morebooks.shop/shop-ui/shop/translation-bundle/c2356c37c40 .

Donald Trump ha iniziato la guerra dei dazi, ma “queste guerre commerciali gli si ritorceranno contro”, come dice Robert Shiller, Premio Nobel 2013. Controproducenti e miopi sono anche le ritorsioni di Trump nei confronti di Cina, Canada, Messico e Europa. 

Al giorno d’oggi, l’acquisizione di mercati ha sostituito la conquista di territori e la posizione della Russia nei confronti dell’Ucraina è un’eccezione come perpetuazione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), ma inaccettabile e obsoleta. Finanzieri/mercanti/imprenditori hanno sostituito i generali come attori più importanti nello scenario della globalizzazione.

In questo contesto, se da un lato è importante parlare di esportazioni, importazioni e investimenti, dall’altro non bisogna dimenticare i poveri (left behind – laisser pour compte) perché aiutarli è anche lungimirante, sulla base del fatto che l’inclusione economica aumenterà gli affari.

In estrema sintesi, L’Africa vive un processo d’incredibile trasformazione verso un futuro pieno di potenzialità ed è sufficiente notare la tendenza demografica per cogliere le molteplici sfide. La SFIDA è Colossale e richiede la convinta partecipazione di tutti e ciascuno. 

AFRICADOMANI intende contribuire alla valorizzazione delle risorse non solo con le testimonianze dei protagonisti del Piano Mattei e di Global Gateway Africa – Europe Investment Package, ma anche con commenti, comportamenti e risposte degli Africani medesimi. Tutti sono invitati a contribuire sull’argomento.  

Piano Editoriale previsto: – UNA SFIDA COLOSSALE – TERRA DI CONQUISTA, DI NUOVO? – PROBLEMI E PROSPETTIVE – APPROCCIO INNOVATIVO ALLO SVILUPPO. 

Contributi vanno inoltrati a ascaniograziosi@gmail.com (Aral 11).

Dott. Ascanio Graziosi


[1] Abbiamo collaborato diffusamente in Africa, Europa Orientale, Russia, Asia Centrale e Caraibi, nella posizione di Economista-Capo Progetto, per conto di Agenzie Internazionali: Banca Mondiale, FAO, UNDP, WHO, Commissione UE, Governo italiano, Cooperazione Danese, Privati, di cui abbiamo dato conto: https://ascaniograziosi.net/overseas-assignments

In AFRICA abbiamo vissuto a lungo e portato a termine venticinque missioni in diciotto Paesi, di cui in quattro con lo status di residente: Somalia (due mandati), Swaziland, Burkina Faso, Zaire (RDC) e nei seguenti con contratti di breve termine: Ghana, Morocco (due missioni), Algeria, Malawi (due), Cameroon, Mali (due), Etiopia (due), Guinea Conakry (due), Niger (due), Tunisia, Capo Verde, Chad, Nigeria, Angola. 

RICONOSCIMENTI – Elogio scritto dal Primo Ministro della Somalia per i risultati ottenuti come Segretario-Membro di un Comitato governativo, durante la collaborazione presso la Banca Centrale della Somalia, negli anni Sessanta. – Lettera di referenze emessa dalla Banca di Sviluppo Agricolo al termine di una missione in Guinea Conakry per conto dell’ONU/FAO, negli anni Ottanta.

Abbiamo condiviso il concetto di finanza per lo sviluppo, ma abbiamo appreso molto in termini di arricchimento culturale. 

AFRICA’s FUTURE: A colossal challenge

Designing the future is a complex exercise, especially in the context in continuing evolution; but it is not impossible and even with probability to succeed. By and large, nothing happens by chance, but everything is linked to a logic of occurrence.  

A– We would like to draw conclusions by taking the results of an international survey carried out by the African Development Bank on the main shortcomings of the financial market:

A1 – The estimated global trade finance gap has been large and stable at $1.5 trillion.

A2 -The achievement of the Sustainable Development Goals is at risk if the international trade finance gap continues.

A3 – More than 70 percent of the banks surveyed have highlighted a shortage of services to meet the trade finance needs of the global market.

These shortcomings are more widespread in Africa and as far as financial relations are concerned it can be said that the main obstacle is the lack of confidence that leaves off incalculable opportunities for both sides.

The banks should do more mainly on the assessment of the client’s financing requests. We do say that the loans’ repayment could be guaranteed with a very good assessment of the financing demand, good monitoring & follow-up along a well-defined recovery procedure. On the other side, the customers should present reliable and sustainable demand for loans.

Currently, the financial markets’ situation could hamper sustainable and equal development. This is due to the functioning of the markets, which could be explained with asymmetric information or when one party has more information than the counterpart. In other words, it is a problem of confidence that is evident in the position of the creditor and debtor: in the event of non-repayment, the loss of the former won’t only be the percentage of the interest not cashed, but the full capital invested, while the latter will risk his reputation and thus driven out of the market.

For more: https://morebooks.de/shop-ui/shop/product/9786208225520

Projecting the Future: A new model to reduce poverty in Africa

The future is the projection of the present son of the past. Any event of human life, even the most unthinkable one, is originated by a cause/concomitant cause; nothing happens by chance, but any action is a continuation of a sequence of events.

Ukraine’s invasion was predictable since Russia annexed Crimea, although it was an objective based on an outdated vision and therefore not winning. Hamas attack on Israel was likely. As admitted by Israeli prominent figures, the intelligence reports have been neglected; but it can’t be excluded that the signals have been ignored by purpose to have a reason to invade the territories and destroy Hamas’ extremists. Sometimes reality prevails over imagination.

Is World War III foreseeable? Yes and no. Yes, if the projection of the future refers to the past, especially the Thirties years of the last century. No, if the paradigm changes in terms of the expected objectives, which are no longer the annexation of territories, but the conquest of markets. In the past, territories were conquered to expand the markets, nowadays markets are conquered to govern territories.

The conventional wars are already a reality because of the many conflicts going on in the Planet. Much more important are the trade wars, which are fought in every region of the world, particularly in Africa. How will the Continent react to facing economic crisis, poverty, and inequality?

It can be observed that despite the progress achieved to bridge the poverty gap the problem remains and, what’s more, it got worse. Currently, poor people aren’t only those living with US$ 2/d (UN definition) but also those who haven’t access to finance for a better living or start-up & growth-up business.

In this perception, the narrative of the facts is crucial. We do say that what has been narrated doesn’t entirely reflect reality, having been written by the same Actors who caused the failures.

For more: PROJECTING THE FUTURE: A NEW MODEL TO REDUCE POVERTY IN AFRICA

https://www.wgi.world/projecting-the-future-a-new-model-to-reduce-poverty-in-africa/

LA CONFERENZA DI FINE ANNO E LA PAUSA BAGNO

Quello attuale è un Esecutivo che ha più di una novità, prima fra tutte, una donna nella posizione di Presidente del Consiglio dei ministri: Meloni che ha impresso un attivismo nelle relazioni internazionali tradottisi in una politica più Atlantica e meno Europeista, più USA e India e meno Cina e Russia. E marcati distinguo all’interno dell’Unione Europea.

Sul piano interno, soltanto con i decreti attuativi sarà possibile valutare se e come ci sarà stata una redistribuzione del reddito e una politica dell’occupazione e dell’immigrazione. 

La conferenza di fine anno rinviata e oggi tenutasi, ha confermato lo stato di un Esecutivo in stato di “lavori in corso”. Ad un anno dall’insediamento non poteva essere diversamente. Pertanto, la “cifra” del governo in carica sarà data dalla capacità e volontà politica di attivare una politica fiscale che favorisca massicci investimenti del settore pubblico e privato, accompagnata da una decisa lotta all’evasione fiscale: si parla di 120/130 miliardi di euro all’anno. Peraltro, ha anche confermato un(a) Presidente del Consiglio più come un politico affabulatore che come statista, con una visione casalinga, di politico conservatore, di buon senso, doti che non sono negative, e consolidate dalla pausa bagno che ha la dato la “cifra” alla conferenza!

PROGETTARE IN TEMPI INCERTI È POSSIBILE. QUALE FUTURO PER L’ITALIA ?

  • Un secolo di populismi: mussoliniano, elemosiniere (DC), patriarcale (Berlusconi), utopista (Conte), arrogante (Renzi), conservatore (Draghi), buonista, (Gentiloni) e nostalgico (Meloni).

Viviamo in tempi incerti in Italia e in Europa. Ad ogni buon conto, anche in tempi carichi d’incertezza si può progettare il futuro che è certamente un esercizio complesso, ma non impossibile e con probabilità di successo. Perché nulla accade per evento fortuito, ma tutto è legato a una logica di accadimento, come abbiamo dimostrato con la nostra analisi delle recenti quattro decadi

Figure 1 – Connecting the dots of the financial narrative

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Quale sarà il futuro dell’Italia? La risposta non richiede immaginazione: un Paese narrato sul punto di crollare, come la Torre pendente di Pisa che è lì da secoli a farsi ammirare, e la meraviglia continuerà, sempre sospesa tra incredulità e sorpresa. Come per la torre, l crollo non ci sarà perché i fondamentali reggono ma sarà sempre più difficile per la gente comune afflitta da un potere d’acquisto dimezzato.

Il governo attualmente in carica ha confermato il Populismo quale costante storica del Paese, a partire da quello mussoliniano e in seguito elemosiniere (DC), patriarcale (Berlusconi), utopista (Conte), arrogante (Renzi), aristocratico (Draghi), buonista, (Gentiloni) e nostalgico (Meloni).

Altra costante del Paese è il crescente debito pubblico a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso e attualmente di € 130 miliardi. Tutti i governi non solo hanno fallito al riguardo, ma hanno aggravato il fenomeno per il citato populismo, al tempo stesso causa ed effetto dell’impotenza governativa a risolvere il problema che è diventato un male inesorabile.

Avendo vissuto a lungo all’estero e possiamo testimoniare che l’evasione fiscale è un fenomeno non solo italiano, ma altrove è nei limiti accettabili e diremo fisiologici.  Desideriamo comunque precisare che preferiamo i difetti Nostrani ai presunti pregi altrui. Ma non bisognerebbe perseverare e continuare ad illuderci. Il problema è risolvibile con una adeguata politica fiscale mirata al perseguimento dell’evasione e alla tassazione dei profitti elevati. Nessun governo è mai riuscito a contrastare l’atavica avversione al pagamento delle tasse da parte dei cittadini che poi si lamentano per gli scarsi servizi sociali e formativi.

Il governo Meloni ha vinto le elezioni e si è insediato con la promessa elettorale di cambiare le regole del gioco politico, ma allo stato dei fatti si è dovuto arrendere. In buona sostanza la tendenza in corso ha codificato il comportamento di voler cambiare a patto che tutto resti come prima. Gli annunciati provvedimenti sugli extraprofitti, sulle banche, sul comparto immobiliare e l’abolizione del salario minimo. L’Esecutivo ha sorpreso simpatizzanti e oppositori e sta subendo una progressiva perdita di credibilità, soprattutto dovuta alla mancata sottoscrizione del MES che, di fatto, esclude l’Italia dal contesto europeo e la pone su posizioni simili alla Polonia e all’Ungheria di cui non condividiamo valori, tradizioni, costumi. Siamo isolati nonostante il rinnovato impegno alla NATO e il sostegno all’Ucraina.

È colpa dei governi? SÌ e NO. Perché i nostri rappresentanti non sono marziani, ma eletti in libere elezioni. Se questo è il dato di fatto si può dedurre che il comportamento dei Rappresentanti eletti, riflette il Paese che resta diviso tra pro e contro l’UE, che è stato palesemente dimostrato anche dal voto sulla legge di bilancio.  

L’invasione dell’Ucraina era prevedibile? SI. Perché la Russia (URSS) ha sempre avuto una politica espansionistica, e continuerà ad averla. La crisi finanziaria mondiale poteva essere evitata? SI. Troppa ingordigia fa male a tutti: troppa finanza e poca economia reale. La diffusione del Covid poteva essere circoscritta? SI. Bastava che la Cina avesse circoscritto e informato le Agenzie dell’ONU preposte, sin dai primi sintomi. 

Abbiamo dato le risposte e molto di più nel libro che sta avendo un successo editoriale: PROGETTARE IL FUTURO. IL CASO ITALIA

https://www.barnesandnoble.com/w/progettare-il-futuro-ascanio-graziosi/1143656413 .

DOVE VA L’ITALIA.

Abbiamo omesso il punto di domanda perché dovremmo sapere che il Paese va alla deriva.

Dove va l’Italia è il tema trattato da Limes rivista che condivide con il lettore/ascoltatore l’analisi geopolitica Italia-Resto del Mondo. 

Prima di L. Caracciolo, ci siamo occupati dell’argomento e studiato l’andamento dei cicli dell’economia internazionale succedutisi nelle passate quattro decadi, che abbiamo interpretato attraverso il comportamento dei Decision-Makers.

Abbiamo valutato gli eventi facendo ricorso alla teoria del cambiamento intesa come “un processo di negoziazione continua tra gli Attori dello Sviluppo chehanno differenti interessi / aspirazioni / obiettivi /aspettative nel perseguire un obiettivo di sviluppo” [1]

In tale contesto abbiamo osservato che l’andamento delle fasi economiche è stato determinato dal prevalere delle posizioni ora dell’uno ora dei citati Decisori, cioè dalla loro forza contrattuale nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo. In altri termini abbiamo trasferito a livello macroeconomico il paradigma che definisce la performance dei progetti di sviluppo attraverso la condotta dei giocatori. Il modo di operare dei citati Attori ha avuto un comprensibile riscontro nell’economia italiana in quanto connessa e interdipendente con il Sistema con cui condivide i valori.

Quali sono stati gli obiettivi della crescita del Paese dichiarati dalla politica nelle precedenti quattro decadi? Ci sono state sette legislature e diciassette Esecutivi che non hanno prodotto risultati di rilievo per la precarietà dell’insediamento, il Governo Renzi più longevo tra i brevi. Con la diciottesima legislatura   il movimento Populista ha enunciato una serie di slogan (Uno vale Uno, modello Costaricano) che hanno fatto presa sull’elettorato insoddisfatto, desideroso di voltare pagina e affascinato dal flauto magico Grillino che ha portato il Paese alla deriva. La maggioranza parlamentare ha dato vita a due governi definiti giallo/verdi e giallo/rosa guidati da un avvocato – Conte – di una causa persa. 

La causa era perdente in quanto priva di un quadro logico di riferimento in termini di visione, obiettivi e modalità d’intervento, ma ideologico e utopico. In altri termini un progetto di governo insostenibile che è stato possibile per la datata incongruenza e incoerenza dell’opposizione parlamentare di sinistra, circostanza che, poi, ha premiato la cosiddetta destra che nell’attuale legislatura (XIX) guida il Paese. 

Trenta governi negli ultimi 40 anni. Se la storia ha un senso, la progettazione del domani dovrà tener conto di questo dato storico perché il futuro è la proiezione del presente figlio del passato. Nulla è accaduto per avvenimento fortuito ma come risultato di cause e concause legate in un processo di sviluppo instabile e insostenibile.

Quello attuale è un Esecutivo che ha più di una novità, prima fra tutte, una donna nella posizione di Presidente del Consiglio dei ministri: G. Meloni che ha impresso un attivismo nelle relazioni internazionali tradottisi in una politica più Atlantica e meno Europeista, più USA e India e meno Cina e Russia; all’elettorato è stato promesso un nuovo indirizzo di politica economica che possa davvero incidere per attenuare i divari di reddito generazionali e territoriali.

Salvo marcati distinguo a livello di politica estera, sul piano interno, il parlamento ha dato delega al governo in materia fiscale, ma soltanto con i decreti attuativi sarà possibile valutare se e come ci sarà stata una redistribuzione del reddito e una politica dell’occupazione e dell’immigrazione. 

Pertanto, la “cifra” del governo in carica sarà data dalla capacità e volontà politica di attivare una politica fiscale che favorisca massicci investimenti del settore l pubblico e privato, accompagnata da una decisa lotta all’evasione fiscale: si parla di 120/130 miliardi di euro all’anno. L’evasione fiscale è un fenomeno globale, ma, statistiche alla mano, in Italia il livello è decisamente inaccettabile. Questo è il problema.


[1] The theory of change applied to finance for development THE THEORY OF CHANGE APPLIED TO FINANCE FOR DEVELOPMENT: http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/1252660/the-theory-of-change-applied-to-finance-for-development_1268103   

PROGETTARE IL FUTURO. IL CASO ITALIA

Ho il piacere d’informare la pubblicazione del libro PROGETTARE IL FUTURO, IL CASO ITALIA. Di seguito una descrizione succinta.

L’andamento dei cicli economici succedutisi nelle passate quattro decadi nell’economia internazionale ha avuto riscontro nell’economia italiana in quanto interconnessa e interdipendente con il Sistema con cui condivide i valori.

In Italia la narrazione dei fatti economici se non è partigiana, è perlomeno sostenitrice del potere di volta in volta dominante. All’estero la situazione è pressocché simile, ma la narrativa è meno omologata all’Editoria di appartenenza.

Il futuro peraltro risulta già scritto, essendo il Paese nella Fase della messa a terra dei programmi di ricostruzione PNRR. Ragion per cui al presente non occorre un nuovo disegno strategico, ma la ricerca di una strategia che faccia funzionare il processo decisionale.

il nuovo Governo sembra proporre un ritorno nostalgico a valori ancorché revisionati pur sempre obsoleti, e palesa inesperienza ministeriale associata a insufficienza comunicativa. Inoltre, sembra perseguire una politica di distinguo nel contesto Europeo e non solo.Ciò potrà avere risultati concreti a condizione di non oltrepassare il break-even politico cioè comportamenti che porterebbero il Paese a confrontarsi con l’UE e probabilmente ad agitazioni sociali.

Dai risultati della ricerca è emerso che l’obiettivo dell’inclusione finanziaria è stato conseguito a detrimento della sostenibilità. Da questo dato di fatto ha avuto origine la proposta di un Modello di Sviluppo che nel rispetto dei principi dell’Agenda ONU 2030, ne reinterpreta l’applicazione.

Il libro è disponibile cliccando https://www.morebooks.shop/shop-ui/shop/book-launch-offer/c49380915203db58dc97c68bbd48c13daae2b07b 

Buona lettura.

REPENSER LE FUTUR POUR REINVENTER LE CAPITALISM

D’après ce que vous avez appris, à Davos les puissants du monde ont donné une réponse indéterminée en ce qui concerne l’avenir à cause de l’incertitude à la suite de la Tempête Parfaite (Covid & Crise & Guerre) qu’a modifié le cadre de référence. Ici, nous ne disons qu’avant la tempête les prévisions concernant l’avenir étaient faciles ; nous disons que les projetions avaient des écarts acceptables et physiologiques au système. De nos jours, il n’est plus faisable, pourquoi ? la réponse n’est pas simple car plusieurs variables rentrent dans l’équation avenir ; toutefois effectuer des remarques sur la méthodologie appliquée est une tâche à pratiquer.

Pour l’accomplissement de l’exercice dont au-dessus il est à considérer que le futur est la projection du présent fils du passé. Le fait est que la narrative socio-économique-financière a été basée sur le passé qu’a été raconté par les mêmes Acteurs qui ont causées les conséquences et donc la narration des événements a été homologuée.

Le premier pas à faire est de réécrire la narration des faits et des événements. Enfin, nous avons conclu que les effets négatives de la financiarisation de l’économie, ont produit une richesse virtuelle au lieu d’une prospérité solide.

En conséquence il faut dessiner un autre horizon en termes de vision, objectives et modalités d’interventions. Il faut se remettre en jeu, de recouvrer la capacité de projeter l’avenir tout en évitant les erreurs du passé. Dans un mot il faut reconsidérer la pauvreté en termes de croissance durable et transformation des économies.

Nous avons consacré quelques pages à cette question et ici nous disons que les interventions pour la croissance inclusive n’ont pas atteint le but en conséquence de :

  1. La faillite des gouvernements dans lutte à la pauvreté.
  2. Le rôle dominant de la finance au détriment de l’économie réelle.
  3. Le marché incontrôlé pour le manque d’un cadre de référence institutionnel.
  4. Le manque d’application des recommandations du Comité Basel III, en 2010.
  5. L’insuffisant réalisation jusqu’à présent des objectifs de l’Agenda ONU 2030.
  6. L’apparition sur un grand marché potentiel par des marchands sans scrupules. 

Toutes conclusions confondues, il est question de repenser le processus du développement en partant des requêtes venant de la base et d’ici l’importance d’une nouvelle approche méthodologique.

Nous avons proposé TO MOVE FROM CREDIT-BASED ECONOMY to COMMUNITY- BASED ECONOMY.

Le modèle dont à la page suivante vise à repenser l’ensemble de l’architecture de l’inclusion financière, afin d’atténuer la pauvreté par la création d’emplois et la promotion d’opportunités, en vue d’améliorer la vie des personnes et la viabilité des entreprises. Il n’est pas question de changer les règles du jeu de la finance, mais simplement de repenser le comportement des Acteurs du Développement en raison du fait qu’on ne peut pas changer la nature : “Homo homini lupus”, comme disaient les Latins (Plauto, II, 4, 88).

COMMUNITY-BASED ECONOMY: WHAT DOES IT MEAN?

° To have in place a country’s appropriate national economic policy along with a receptive environment for investments.

° To conjugate together financial and economic inclusion, countries’ inclusive growth being the goal, as per the 2030 UN Agenda for SDGs.

° To have Banks, Micro Banks, Investors, Development Agencies, and any suitable provider ready to partner with the Investment Fund and work as a driven belt between the Fund and Entrepreneurs for Start-up and Growth-up businesses.

° To have in place a suitable decision-credit model that has sustainability as a core business along with respect to eligibility criteria via correct and detailed market segmentation.

° To digitalize the services with a product that is sustainable for the providers, affordable for the clients, and market transparent: this can be reached with appropriate market segmentation.

° To have a clear and distinctive role among Lenders, Developers, and Philanthropists, having different sources of capital.

° To establish a National Investment Fund by financiers and entrepreneurs truly committed to the inclusive growth of their countries.

 Exemple pratique. BM-SFI pourrait mettre en place un fonds nationaux dans les vingt pays de la région MENA s’étendant de l’Iran au Maroc en utilisant une petite partie du budget de 2 milliards de dollars comme capital d’amorçage et encourageant les capitalistes nationaux d’être actionnaires véritablement engagés à financer à la fois le démarrage et la croissance des entreprises, qui sont l’épine dorsale des économies des pays.

La SFI, la BAfD, le PNUD et d’autres Agences de développement pourraient être facilitateur et conseiller, leur présence étant également une garantie de l’opération.

En Italie, la Cassa Depositi e Prestiti pourrait jouer un rôle décisif dans la mise en œuvre du PNNR en mettant à disposition des capitaux d’amorçage et en exhortant des capitaux privés pour la création de fonds dans le but d’investir localement aux fins de créer des emplois et de promouvoir des opportunités.

Pour en savoir plus :

FINANCIAL INCLUSION, Give people a job not a loan  https://www.amazon.co.uk/dp/B01ENJP37S?ref_=k4w_oembed_XABBfUDmCDeygV&tag=kpembed-20&linkCode=kpd

POVERTY – An Alternative Paradigm, https://www.morebooks.de/store/gb/book/poverty-an-alternative-paradigm/isbn/978-613-8-45817-3

The Gateway to Africa Inclusive Growth – JAMBO FUND  https://www.morebooks.de/store/gb/book/the-gateway-to-africa-inclusive-growth-jambo-fund/isbn/978-620-2-28375-5

REPENSER LE FUTUR  – MODELE DE REFERENCE. La troisième guerre mondiale est-elle prévisible ?

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La troisième guerre mondiale est-elle prévisible ?OUI et NON. Oui, si vous projetez le futur en référant au passé, notamment aux années trente. Non, si vous changez le paradigme en termes des objectives à attendre, qui ne sont plus l’annexion de territoires, mais la conquête de marchés. En d’autres termes, dans le passé, les territoires ont été conquis pour vendre les marchandises, aujourd’hui les marchés sont conquis pour dominer les territoires. Donc, à présent, l’annexion de la Crimée et l’Ukraine sont des objectives basés sur une vision dépassée. 
Toutefois, la réponse pourrait être positive en se basant sur la chute de l’Empire URSS, comme nous enseigne l’histoire (Empire Romaine).  Enfin, la guerre conventionnelle est déjà une réalité, si vous pensez aux dizaines de conflits en cours dans le Planet. Bien plus important est la guerre commerciale, elle aussi est combattue dans chaque région du Planet : crise économique, pauvreté, inégalité, … .  Toutes conclusions confondues…

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REPENSER LE FUTUR  – MODELE DE REFERENCE. La troisième guerre mondiale est-elle prévisible ?

La troisième guerre mondiale est-elle prévisible ?OUI et NON. Oui, si vous projetez le futur en référant au passé, notamment aux années trente. Non, si vous changez le paradigme en termes des objectives à attendre, qui ne sont plus l’annexion de territoires, mais la conquête de marchés. En d’autres termes, dans le passé, les territoires ont été conquis pour vendre les marchandises, aujourd’hui les marchés sont conquis pour dominer les territoires. Donc, à présent, l’annexion de la Crimée et l’Ukraine sont des objectives basés sur une vision dépassée. 
Toutefois, la réponse pourrait être positive en se basant sur la chute de l’Empire URSS, comme nous enseigne l’histoire (Empire Romaine).  Enfin, la guerre conventionnelle est déjà une réalité, si vous pensez aux dizaines de conflits en cours dans le Planet. Bien plus important est la guerre commerciale, elle aussi est combattue dans chaque région du Planet : crise économique, pauvreté, inégalité, … .  Toutes conclusions confondues, la guerre est déjà une réalité, mais elle est bataillée avec des modalités inédites. Les batailles en Ukraine sont contre l’histoire et donc perdues pour l’envahisseur. 

« Repenser le Futur ». D’accord, mais les contributions et les commentaires sont toujours basés sur le Passé: nous avons approfondi et conclu que dans la mesure où nous aimons vraiment dessiner un différent horizon en termes de vision, objectives et modalités d’interventions, il faut d’abord récrire la narrative des faits et des événements car la narration a été écrite par les mêmes Acteurs qui ont causé les conséquences.

Enfin, nous avons conclu que : (A) Le passé a été mal raconté ; (B) le rôle dominant de la finance dans l’économie devrait être réduit, à raison que la financiarisation n’a pas produit une vraie prospérité mais la richesse virtuelle ; (C) donc, il incombe à la nouvelle génération réécrire la dynamique des événements et projeter le futur. Le modèle est aussi dans le Post https://www.linkedin.com/in/ascanio-graziosi-968ba43/recent-activity/shares/