PERCHÉ AFRICA/DOMANI
Condividiamo l’anteprima di questo PROGETTO EDITORIALE che trova conferma nell’attualità del tema che abbiamo discusso in passato https://ascaniograziosi.net/blog/ e di recente è stato oggetto di una ricerca pubblicata in sei lingue: AFRICA’s FUTURE, https://www.morebooks.shop/shop-ui/shop/translation-bundle/c2356c37c40. [1]. Ascolteremo suggerimenti, commenti e volentieri Editori per un Periodico diffuso che richiede mezzi e strutture adeguati.
L’obiettivo è quello di realizzare un Punto d’incontro nella prospettiva di migliorare la conoscenza di un Continente ancora poco compreso. L’Africa vive un momento storico di rinnovato appetito da parte delle Nazioni Potenti per territori ricchi di risorse di cui impossessarsi non più con gli eserciti ma con i traffici commerciali e i Mercanti padroni di filiere commerciali hanno sostituito i Generali che comandano eserciti.
È un dato di fatto che l’argomento Africa è tornato ad essere ricorrente, come già avvenuto in passato. Questa volta l’interesse sembra essere continuo, iniziato dopo la visita nel Continente dell’ex presidente Obama (2013) e l’annuncio di un programma da 2,5 miliardi di dollari per investimenti, che peraltro non ci risulta sia stato confermato nei fatti; dopo la triplice crisi (covid, economica e guerre) il dibattito geopolitico è diventato più consistente con provvedimenti da parte di USA, dell’Unione Europea, Cina e Turchia, che commenteremo.
Al presente gli Africani vivono una sfida epocale. La narrazione dei mutamenti in corso è un esercizio complesso per le variegate realtà, nondimeno tenteremo d’interpretare il divenire di fatti e accadimenti nella prospettiva di DOMANI quale proiezione del presente che ha ereditato un passato di cui gli Africani intendono liberarsi. Basti pensare all’informazione/comunicazione che è effettuata con una lingua appresa da altri.
Alla 78ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, lo scorso settembre 2023, il presidente della Banca Africana di Sviluppo (AfDB), Akinwumi Adesina ha affermato che l’architettura finanziaria globale limita lo sviluppo dell’Africa perché non fornisce le risorse necessarie per realizzare le priorità di crescita e sviluppo. A nostro avviso, molto dipenderà dalla capacità e volontà di avviare a soluzione i problemi.
La consapevolezza del momento storico è stata ribadita al vertice Italia-Africa, tenutosi a Roma alla fine di gennaio 2024 (cui abbiamo partecipato) e sottolineata da Moussa Faki Mahamat, Presidente dell’Unione Africana: “Le promesse non bastano per noi, passiamo dalle parole ai fatti”. Secondo la nostra opinione anche gli Africani dovrebbero impegnarsi con un coinvolgimento più consapevole nel processo di sviluppo.
Peraltro, è da ricordare che già nel 2018 la Banca Mondiale aveva sottolineato l’avversione al rischio dei capitalisti africani:“African investors remain risk-averse” and …. the funding requests lack speaking the language required for investment”. Perché questa cautela? Non certo per mancanza d’immaginazione, ma per una precisa scelta fatta nel quadro della economia finanziaria, che ha privilegiato l’obiettivo di facilitare l’accesso alla sportello della finanza anziché la creazione di nuovi posti di lavoro, come è emerso da una nostra analisi: AFRICA’s FUTURE: https://www.morebooks.shop/shop-ui/shop/translation-bundle/c2356c37c40 .
Donald Trump ha iniziato la guerra dei dazi, ma “queste guerre commerciali gli si ritorceranno contro”, come dice Robert Shiller, Premio Nobel 2013. Controproducenti e miopi sono anche le ritorsioni di Trump nei confronti di Cina, Canada, Messico e Europa.
Al giorno d’oggi, l’acquisizione di mercati ha sostituito la conquista di territori e la posizione della Russia nei confronti dell’Ucraina è un’eccezione come perpetuazione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), ma inaccettabile e obsoleta. Finanzieri/mercanti/imprenditori hanno sostituito i generali come attori più importanti nello scenario della globalizzazione.
In questo contesto, se da un lato è importante parlare di esportazioni, importazioni e investimenti, dall’altro non bisogna dimenticare i poveri (left behind – laisser pour compte) perché aiutarli è anche lungimirante, sulla base del fatto che l’inclusione economica aumenterà gli affari.
In estrema sintesi, L’Africa vive un processo d’incredibile trasformazione verso un futuro pieno di potenzialità ed è sufficiente notare la tendenza demografica per cogliere le molteplici sfide. La SFIDA è Colossale e richiede la convinta partecipazione di tutti e ciascuno.
AFRICADOMANI intende contribuire alla valorizzazione delle risorse non solo con le testimonianze dei protagonisti del Piano Mattei e di Global Gateway Africa – Europe Investment Package, ma anche con commenti, comportamenti e risposte degli Africani medesimi. Tutti sono invitati a contribuire sull’argomento.
Piano Editoriale previsto: – UNA SFIDA COLOSSALE – TERRA DI CONQUISTA, DI NUOVO? – PROBLEMI E PROSPETTIVE – APPROCCIO INNOVATIVO ALLO SVILUPPO.
Contributi vanno inoltrati a ascaniograziosi@gmail.com (Aral 11).
Dott. Ascanio Graziosi
[1] Abbiamo collaborato diffusamente in Africa, Europa Orientale, Russia, Asia Centrale e Caraibi, nella posizione di Economista-Capo Progetto, per conto di Agenzie Internazionali: Banca Mondiale, FAO, UNDP, WHO, Commissione UE, Governo italiano, Cooperazione Danese, Privati, di cui abbiamo dato conto: https://ascaniograziosi.net/overseas-assignments.
In AFRICA abbiamo vissuto a lungo e portato a termine venticinque missioni in diciotto Paesi, di cui in quattro con lo status di residente: Somalia (due mandati), Swaziland, Burkina Faso, Zaire (RDC) e nei seguenti con contratti di breve termine: Ghana, Morocco (due missioni), Algeria, Malawi (due), Cameroon, Mali (due), Etiopia (due), Guinea Conakry (due), Niger (due), Tunisia, Capo Verde, Chad, Nigeria, Angola.
RICONOSCIMENTI – Elogio scritto dal Primo Ministro della Somalia per i risultati ottenuti come Segretario-Membro di un Comitato governativo, durante la collaborazione presso la Banca Centrale della Somalia, negli anni Sessanta. – Lettera di referenze emessa dalla Banca di Sviluppo Agricolo al termine di una missione in Guinea Conakry per conto dell’ONU/FAO, negli anni Ottanta.
Abbiamo condiviso il concetto di finanza per lo sviluppo, ma abbiamo appreso molto in termini di arricchimento culturale.
